I motivi che ci spingono a fare un tatuaggio sono tantissimi: può essere un ricordo, una persona, un avvenimento in particolare.
È un disegno che ci fa sempre effetto ogni volta che lo guardiamo. Ma se da un lato una forte emozione ci spinge a tatuarci, dall’altro lato possiamo avere tanti motivi per volerlo rimuovere.
Tecniche per la rimozione tatuaggi: il laser
Grazie alle nuove tecnologie oggi è possibile rimuovere un tatuaggio in modo poco invasivo senza che rimanga un’orribile cicatrice. Come è importante affidarsi a tatuatori esperti e competenti, è altrettanto importante rivolgersi a centri specializzati che possiedano le ultime tecnologie per trattare la rimozione di tatuaggi.
Per la rimozione tatuaggi si utilizza il laser: questa tecnica frammenta le particelle di inchiostro nel tatuaggio in piccolissimi pezzi. L’azione laser agisce sui pigmenti e alcuni, come il giallo, il verde, il bianco o colori fluorescenti sono più difficili da trattare rispetto al nero o colori scuri. Il laser deve emettere un’energia sufficiente per garantire il processo di frammentazione. Dolore? Non troppo, avvertirete un leggero pizzicore e bruciore assolutamente sopportabili.
Quando si decide di rimuovere un tatuaggio occorre valutare tutti i fattori che possono condizionare la buona riuscita del laser:
- Il colore e il tipo di pigmento;
- Il grado di assorbimento cutaneo;
- La profondità di penetrazione;
- Il tempo trascorso dal momento in cui è stato fatto il tatuaggio.
Oggi i laser in commercio per la rimozione tatuaggi sono:
- Il Q-Switched: genera brevissimi impulsi di un’elevata energia a durata molto breve, che frantuma i pigmenti colorati, permettendone così la naturale rimozione senza provocare cicatrici o danni alla pelle. I frammenti di pigmento del tatuaggio vengono poi eliminati dal sistema immunitario nell’arco di qualche settimana. È adatto anche per combattere angiomi o discromie della pelle.
- I laser a picosecondi: lavorano come i primi ma, essendo di ultima tecnologia, consentono di frammentare il tatuaggio in particelle molto più piccole, rendendole più facilmente rimovibili. Saranno necessarie meno sedute e i tatuaggi molto colorati avranno una maggiore probabilità di essere rimossi.
Quante sedute occorrono per rimuovere un tatuaggio?
Il numero di sedute varia in base a molti fattori e di conseguenza anche il costo cambia: il colore del tatuaggio, la zona da trattare, il tipo di inchiostro utilizzato, le caratteristiche della propria pelle e il modo in cui questa può reagire al laser.
È importante comunque che tra una seduta e l’altra trascorrano dalle 5 alle 8 settimane. Effettuare trattamenti a poca distanza di tempo aumenta il rischio di effetti indesiderati e non aiuta all’assorbimento dell’inchiostro.
Affidatevi sempre a dei professionisti e diffidate da chi vi propone trattamenti troppo economici, perché il rischio è di non cancellare il ricordo del tatuaggio e lasciarvi una cicatrice.